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Sandro, il protagonista del romanzo, si trova a vivere in ospedale gli ultimi attimi di vita di sua madre, malata di cancro, e in quel momento doloroso e drammatico all'improvviso si rende conto di non essere preparato a sopportare la perdita della persona che in vita è stata la sua stella polare, la sua ancora, il suo gancio di cielo. Ora, sulla soglia della morte, la donna gli preconizza l'addensarsi di nuvole nere sul suo capo e gli confida il nome della persona da cui si dovrà guardare: un orizzonte per il quale Sandro dirà più tardi: «Non siamo noi che chiudiamo gli occhi ai morti, ma sono loro che aprono i nostri». Sandro non riuscirà mai a recidere completamente il cordone ombelicale con la madre, così tenace da condizionare l'intera sua vita, nelle favorevoli e nelle avverse vicende: complice anche la sua indole introversa, quel vincolo lo indurrà spesso ad alzare muri tra lui e il resto del mondo. «Ma l'autunno non sempre deve attendere la primavera per dispensare calore, per accennare un sorriso: può arrivare all'improvviso anche l'estate di San Martino.»